L’ Eremo di Santa Caterina Del sasso

Sarà perchè sono nato in Lombardia. Sarà perchè risiedo da oltre 40 anni nella zona dove sono venuto al mondo. Sarà perchè i miei genitori sono originari di questa zona, così come i loro genitori e i loro nonni.
Sarà perchè durante la giornata quando riesco a scorgere le vette prealpine, in special modo il Sacromonte di Varese e il Campo dei Fiori(raramente in queste estati canicolari in cui il cielo e l’orizzonte sono velati da un denso grigiore prodotto dall’alto tasso di umidità), le cime delle Alpi Pennine o Lepontine mi pervade un senso di sicurezza e di tranquillità, la pacata sensazione di “essere a casa”.
Sarà che non appena mi allontano dal “mio mondo” per qualche giorno “a g’ ho el magoun”. Sarà, che, se non lo si è ancora capito, mi reputo “un partigiano e un fiero sostenitore della mia terra”, sarà per questi e per altri motivi, tuttavia gli scenari, i panorami, i luoghi, “le bellezze naturali e architettoniche” delle “mie zone” li considero come “tesori”, come “gioielli” unici al mondo. Io mi prendo la libertà di posizionarli in cima ad una virtuale classifica delle bellezze del nostro Pianeta e ritengo che non abbiano nulla da invidiare a qualsiasi altra “perla” di qualsiasi altro posto sul globo terracqueo.
Sarà per queste suddette ragioni, ma vi chiedo di credere a quello che dico.
E allora fate le giuste proporzioni, prendete tutte “le pietre di paragone” che volete e che riterrete necessarie, però tra queste “mie e nostre perle”, questi ” miei e nostri tesori” valuto come un “Koh-i-noor” (il diamante più prezioso al mondo), l’ Eremo di Santa Caterina Del Sasso sito sulla sponda orientale del Verbano in provincia di Varese.
In origine costituita da una cappella edificata e dedicata a Santa Caterina d’ Egitto da Alberto Besozzi, ricco mercante della zona vissuto nel XII secolo, come offerta votiva a seguito di uno scampato naufragio, è poi stata affiancata da altre due chiese e da un monastero dove nel corso dei secoli soggiornarono  prima i monaci Domenicani, poi sostituiti dall’ordine di sant’ Ambrogio da Nembus successivamente dall’ ordine dei Carmelitani ora dagli Oblati benedettini. 
Un luogo che fu anche scenario di “un miracolo” accaduto ad inizio 1700 allorchè cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa dall’altura sovrastante, restando impigliati in una volta di una cappella senza causare gravi danni e rimanendo sospesi per quasi 2 secoli (fino al 1910), da questo episodio l’appellativo “Del Sasso” attribuito da allora.
E’ stato designato a monumento nazionale all’inizio del XX secolo.
Omettendo per un attimo la cronologia storica e artistica del monastero, la meravigliosa architettura del fabbricato e la cura e la conservazione del luogo, ciò mi preme sottolineare è lo splendido scenario che la vista del visitatore può godere fin dai primi gradini di una lunga serie (oltre 200) in pietra naturale che si percorrono scendendo lungo una ripida scalinata che conduce al tratto di costa rocciosa dove è “incastonata”la struttura a picco sul lago.
La sinuosità verdeggiante del litorale piemontese e lombardo costellato da centinaia di essenze arboree; il colore blu del lago solcato da decine di natanti motorizzati o a vela; le isole Borromee con i loro giardini maestosi; le varie ville d’epoca che hanno reso celebri le località rivierasche rinomate fin dal secolo scorso, periodo in cui vissero i loro più fulgidi anni di “belle epoque”.
Milioni di connazionali cercano “paradisi terrestri” nei più disparati angoli del pianeta, nei luoghi più esotici, raggiungibili solo dopo estenuanti viaggi aerei.
E poi un angolo di paradiso è distante solo pochi chilometri dalle nostre trafficate città.
“Un angolo di paradiso” ecco cosa è l’ Eremo di Santa Caterina.
Ma l’ Eremo non è “IN”; non fa tendenza; non permette di poter ostentare le”ferie cool”; non è un “viaggio” che può rappresentare lo spirito da “Indiana Jones” che molti credono di possedere; lo spirito avventuroso che vogliono ostentare tramite i vari post sui più importanti social networks.
Ma tutto questo a me importa poco, anzi nulla. 
Per me, e spero per altri miei connazionali, quel sito, come molte altre bellezze naturali e architettoniche a noi care, mi trasmette una “piccola felicità” nell’anima e mi rende orgoglioso della terra natia, della terra dove sono lieto di risiedere.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)  
     

Redazione